BREVE TRAMA Liberamente ispirato al racconto “Il mantello” di Dino Buzzati, « addio, mia bella addio » è la storia di Giovanni, giovane alpino dato per disperso in guerra ma che dopo più di un anno dalla sua partenza torna dai suoi cari. La mamma, che ha sempre sperato e creduto nel suo ritorno, è finalmente felice, come del resto sua sorella Rita e Marietta, la sua fidanzata; ma in questo clima di grande gioia si percepisce qualcosa di sinistro, di misterioso: Giovanni ha un segreto! Lo si capisce dalla enigmatica presenza di un ufficiale che lo ha accompagnato ma che non vuole entrare in casa; dal suo pallore, dai sorrisi forzati, dalle risposte false, di cortesia. E poi dal non volersi togliere di dosso un mantello, nonostante il tepore della casa natia ed il clima mite della primavera inoltrata. Contestualmente al suo ritorno, la casa si anima improvvisamente di spiriti, di entità vittime, a vario titolo, di tragici avvenimenti. La loro presenza ed i tristi ricordi che inutilmente ha cercato di eliminare dalla sua mente, faranno capire a Giovanni che il proprio destino è ormai segnato, quel destino che lo riporterà lontano dai suoi cari.
NOTE DI REGIA
La rappresentazione realistica della morte, un po’ surreale ed altre volte viva e presente, è un tema molto caro e ricorrente nei racconti di Dino Buzzati, per questo mi sono sforzato di vestire ogni personaggio con un’aurea di mistero, che li avvolge, li caratterizza, ma non specifica se sono frutto di un’allegoria o della vita vissuta. Rispetto al racconto originale, l’introduzione di personaggi come gli spiriti, i soldati commilitoni e la fidanzata al posto del fratellino si è resa necessaria per creare il distacco tra racconto scritto ed opera teatrale, dove ogni personaggio vive o si spegne non solo grazie alle parole ma anche all’intensità emotiva con cui l’essere vero o falso sta nelle emozioni che trasmette allo spettatore.
Enzo Matichecchia